Per i chiropratici “masticazione e deglutizione influiscono direttamente su postura e deambulazione, e viceversa”. Parte da questo assunto la collaborazione clinica che si instaura tra chiropratici e dentisti.
Articolo originale su www.dentaljournal.it/chiropratici-dentisti-postura-occlusione/
Per i chiropratici non esiste una laurea ufficiale in Italia. Tutti i chiropratici riconosciuti in Italia hanno fatto un corso di minimo cinque anni all’estero. Soprattutto negli Stati Uniti, in Inghilterra, Spagna, Francia e Danimarca. «Eppure, nonostante la mancanza di un riconoscimento ufficiale, abbiamo sempre un’ottima e crescente collaborazione con medici e dentisti»: lo afferma Pieter Stockelynck, laureato in fisiochinesiterapia e tecniche della riabilitazione presso l’università di Lovanio, in Belgio, e doctor of Chiropractic presso L’Aecc University College di Bournemouth, in Inghilterra.
Consulente in chiropratica per la Juventus FC per tre stagioni, Stockelynck è specializzato in sacral-occipital technique, bio-energetic synchronization technique e kinesiologia applicata; insegna il metodo Sanrocco in diverse università chiropratiche in Europa.
Dottor Stockelynck, in che modo collaborano il chiropratico e l’odontoiatra?
Per capire come il chiropratico e l’odontoiatria possono collaborare si deve notare che esiste una stretta indipendenza tra il sistema stomatognatico con il resto del sistema neuro-muscolo-scheletrico, cioè la colonna vertebrale (soprattutto la parte cervicale), il bacino e i piedi. Perciò un corretto funzionamento della masticazione e deglutizione influisce direttamente sulla nostra postura e quindi anche sulla deambulazione, ma anche viceversa: i problemi di postura possono influire sulla masticazione.
In che modo?
Una corretta postura fisiologica dipende da una corretta trasmissione di neuro-stimoli che partono da recettori sensoriali e motori. Il 50% di tutti questi recettori si trovano nel sistema stomatognatico, il tratto cervicale alto e i piedi.
Se qualcosa non va in una zona, influisce direttamente sugli altri sistemi e di conseguenza c’è un impatto importante sul funzionamento del sistema nervoso.
Quali sono le problematiche più frequenti?
Si vede spesso che il piano frontale in bocca va con il piano frontale della postura.
Piedi cavi e supinati vanno spesso insieme con una iperlordosi cervicale e lombare, una malocclusione di II classe e una interposizione linguale anteriore.
Invece piedi piatti e pronati si presentano spesso con una ipolordosi cervicale, una cifosi dorsale e una malocclusione di III classe.
In questi casi il corpo ha un atteggiamento oscillante antero-posteriore.
Invece problemi di masticazione in piano laterale tendono a creare deviazioni di postura del piano laterale; per esempio, un morso crociato può associarsi a un emi-bacino più basso su un lato, creando una gamba più corta e una deviazione della colonna vertebrale verso laterale con un piede pronato e l’altro supinato.
Anche ragazzi con un frenulo corto tendono ad avere un atteggiamento tipico, con la testa e le spalle molto in avanti.
In che modo il chiropratico individua queste condizioni?
Per sapere se un problema parte dalla bocca (discendente) oppure dalla colonna vertebrale, dal bacino o dai piedi (ascendente), il chiropratico fa uso soprattutto del test di Meersseman, che consiste nel posizionare dei rulli di cotone o cartoncini a seconda del problema che si riscontra nel cavo orale.
Poi si vede se c’è un cambiamento di certi parametri come la postura davanti al filo a piombo, la forza muscolare, la lunghezza delle gambe, la rotazione delle anche…
Si utilizza la stabilometria, un test semplice da eseguire ma che richiede una grande esperienza da parte di chi lo interpreta.
Se il problema risulta di natura discendente – per esempio una deviazione anomala della mandibola, contatti sugli incisivi, ortodontia non corretta, modifiche della deviazione verticale, edentulismo o altre anomalie –, la priorità è mandare il paziente dal dentista prima di iniziare il trattamento chiropratico. Una volta finito il trattamento odontoiatrico, il chiropratico può controllare se il problema, o parte di esso, è ancora presente.
Invece i problemi ascendenti partono soprattutto dai piedi, dalle articolazioni sacro-iliache e dall’area atlante-occipitale. In questi casi si tratta soprattutto di trauma acuto o ripetitivo o di stress cronico. In questi casi il chiropratico può intervenire subito.
Però nella maggior parte dei casi il problema è misto ed è necessario fin dall’inizio del trattamento una collaborazione fra dentista e chiropratico.
Tanti odontoiatri dopo aver completato il trattamento o dopo aver applicato un bite mandano i loro pazienti dal chiropratico per un controllo della postura. Oggi questa collaborazione non è più episodica, ma avviene comunemente; è anzi in fase di crescita perché sono sempre di più gli odontoiatri che ne capiscono e apprezzano l’importanza.
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